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SCRIVONO DI LEI

 PAOLO LEVI (critico d 'arte)

KAY è figlia di quella inquietudine che ha decretato la fine della riconoscibilità figurativa in nome di una nuova pittura antiromantica ed antiaccademica.

La pittrice opera su una tavolozza essenziale  dove i rapporti tra momenti di chiarore ed oscurità si coniugano in momenti esecutivi sapienti, talentuosi ed equilibrati pur nell'evidente  istintualità del segno ... segni e segnali in apparenza  irrazionali sono in verità messaggi dell’inconscio di un artista che si interroga e che trova risposte affermative tramite l'effusione di colori suadenti stesi con grande sapienza ..

LUCIA D'AGNOLO  (storica dell 'arte)

Le opere di KAY esprimono l'antico conflitto tra fisico e spirituale che tanti artisti, in epoche diverse e con diversi mezzi espressivi, hanno cercato di cogliere.

KAY ha scelto il linguaggio dell'astrazione, dell'atemporalità, come possibilità di uscita dall'incombere del quotidiano e come elevazione verso  una dimensione altra.

Lente e meditative pennellate, su cui si impone improvviso il gesto spontaneo e risolutore, unito a sottili grafie che cifrano  le ampie campiture cromatiche, compongono  universi inquieti e sospesi.

KAY trascende la forma per ricomporre le inquietudini dello spirito; affinare la mate ia, anche la più opaca in un complesso equilibrio stilistico.

E come la magia alchemica trasforma il metallo vile in oro, così il rigore della ricerca artistica crea l'armonia del caos, dell'informe...

LINO STURIALE (critico teatrale)

KAY non si limita a dipingere, a solcare la tela con i pennelli intinti nel colore:

Taglia, provoca, tira fuori emozioni da ciò che per ognuno di noi non sembrerebbe altro che un comune foglio bianco .

Vive di arte e rende visibili e tangibili i suo i sogni come le sue paure. Fa breccia nella parte ancora incorrotta della nostra anima.

Colori vivi, con cui spesso sfiora l'astratto, il puro e sembra ripetersi nel nulla figurativo mentre racconta altro: l'anarchia, l'anima, la grafica.

Il chiaro e lo scuro . Più che pittrice e'  "un cielo azzurro o notti nere"

Osservando le sue opere si può ben dire che... può volare! Tutto è pronto per lei: ali, piume, forza, temperamento. Non c’è obbligo di capire... Dobbiamo solo disporci a decodificare il segnale, dischiusi farci toccare , o forse anche solo sfiorare: non potremo rimanere indifferenti..

Livia Borile (storico dell'arte)

"Mi ispiro sempre alla realtà ma mi spingo oltre in quello spazio dove la forma trascende, il pieno lascia spazio al vuoto, la densità alla trasparenza" 

Kay Pasero esprime così il bisogno di un avvolgente introspezione che accoglie sapientemente un contrasto inevitabile: il prima ed il dopo, la parte luminosa ed il lato oscuro, l eterna dualità presente in ognuna di noi.

Dopo una lunga ricerca sulle polarità, Kay si focalizza "sull attimo senza tempo in cui la distinzione può non esistere".

Melting Matter and Soul, è quindi il momento dell'incontro: pennellate lente e  meditative, si fondono sulla tela con improvvisi gesti spontanei, luminosi ed intensi, che si esaltano a vicenda e si completano come in una danza perfetta,

un magico incontro armonioso, un viaggio profondo nel mondo dell'interiorità e delle emozioni.

Kay ci dimostra come le molteplici sfumature dell'animo possano essere mescolate alla materia (terra, bitume, sabbia) creando un gioco di indissolubile fusione: l'apparente caos delle sue pennellate si riflette incredibilmente in un ordine interiore che fa rifletere, riappacifica...

Polarities rappresenta un'ampia ricerca nel mondo della conoscenza, della consapevolezza, della coscienza di se: le sue pennellate astratte, arricchite da non poche tonalità e semitoni, ci travolgono e ci inducono ad esplorare nuovi territori, oltre i limiti della nostra percezione.